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請依下文回答第 11 題至第 15 題 
Subito dopo la sua elezione, l’Assemblea costituente nominò al proprio interno la Commissione, detta «dei 
settantacinque» dal numero dei suoi componenti, incaricata di redigere il progetto della nuova Carta, e presieduta da 
Meuccio Ruini. A sua volta la Commissione si suddivise in tre sottocommissioni, destinate a occuparsi 
rispettivamente dei diritti e doveri dei cittadini, dell’ordinamento della Repubblica e dei diritti e doveri 
economico-sociali. Esse    11    e approvarono il progetto, presentato all’Assemblea nel febbraio 1947. 
Dal marzo al dicembre 1947 ebbe luogo il dibattito in aula, prima sul progetto in generale, poi sui singoli articoli. Su 
alcuni temi (Regioni, Corte costituzionale) il progetto venne modificato anche profondamente, ma l’impianto 
complessivo rimase invariato. In occasione dell’approvazione di alcuni articoli le divisioni furono esplicite, il 
confronto vivace, e   12   diverse maggioranze anche ristrette. Così, ad esempio, il richiamo all’indissolubilità del 
matrimonio non venne accolto per pochi voti e in tema di composizione del Senato prevalse, sulla tesi democristiana 
che   13    la rappresentanza delle Regioni e delle professioni, la tesi dell’elezione a suffragio universale. Ma alla 
fine tutte le maggiori forze politiche si riconobbero, sia pure ciascuna   14   le proprie riserve su questo o su 
quell’aspetto, nel risultato complessivo, che esprimeva il punto più alto di accordo raggiunto nella fase costituente. 
La deliberazione finale, il 22 dicembre 1947, vide l’approvazione del testo con 453 voti favorevoli, 62 contrari e 
nessun   15 , su 515 presenti e votanti. 
11 consultarono  elaborarono  giunsero  tolsero 
12 si formarono  formassero  si approfondirono  posero 
13 avrebbe voluto  avesse voluto  vorrebbe  volesse 
14 avrebbe mantenuto  mantenne  mantenendo  manterrebbe 
15 astenuto  asportato  avverso  aspirante 
 
請依下文回答第 16 題至第 20 題 
MILANO - Anno 1906 è scritto sull’astuccio. Carta un po’ ingiallita, spessa. La prima carta turistica d’Italia. La madre 
di tutte le nostre carte, firmata Touring Club Italiano. Non pare troppo diversa dalle nostre. E invece l’hanno fatta dei 
veri pionieri. “Opera di grande mole e di grande lena”, come l’ha presentata il suo direttore Luigi Bertarelli nella rivista 
del Touring Club del gennaio 1906. Il lavoro di un decennio per un totale di 62 fogli. 
Erano i primi del Novecento. L’Italia era molto diversa da adesso. Gli italiani non vivevano ancora tra telefonini, 
autogrill, check-in e salette Eurostar. I politici non frequentavano i talk show, pedalavano! Giuseppe Zanardelli, da 
Primo Ministro, esplorava la selvaggia Basilicata a dorso di un mulo – lui bresciano – per capire com’era fatto il Paese. 
E Luigi Vittorio Bertarelli, presidente del Touring Club e figlio della grande borghesia milanese, andava in bicicletta 
da solo per le strade del profondo sud con un taccuino di appunti. Annotando pendenze, passaggi a livello, stato della 
carreggiata, e inventandosi i prototipi di quella che sarebbe stata la segnaletica attuale dell’Italia. La prima carta del 
Touring Club Italiano fu il prodotto di un’epoca. Le carte terrestri, fino ad allora, erano cose per militari. I cartografi 
dell’esercito regio avevano finito da poco il lavoro: una ricerca pionieristica, che assemblava le carte dei vari regni e 
principati della Penisola. Per conoscere i toponimi minori, si interrogavano i contadini, e talvolta la risposta faceva 
testo anche se era un dialettale “Mi sai nen”, non so niente, oppure “So mega”, mica lo so, che divenne per qualche 
tempo il Monte Sòmega! 
Spiega la direttrice del Centro di documentazione del Touring Giovanna Rosselli: “Il turismo crescente aveva bisogno 
di uno strumento pratico. In Europa c’era già. In Germania o in Inghilterra le carte le stampavano gli editori. In Italia, 
invece, c’è voluta un’associazione, e ha dovuto attendere di avere cinquantamila soci per giustificare il finanziamento 
dell’impresa”. Cinquantamila era la soglia da superare. Staccata l’ultima tessera, Bertarelli non indugiò un istante. 
Prese la grande carta dell’Istituto geografico militare in scala 1:100.000 e la ridusse alla scala 1:250.000, più 
maneggevole per un viaggiatore. Quella fu una rivoluzione democratica simile a internet! Venivano messe in rete le 
conoscenze di pochi. Bertarelli trasformò le carte militari in un minuzioso affresco dell’Italia. Vi aggiunse strade e 
sentieri (con le distanze in chilometri), ferrovie, città, monumenti. A colori, per facilitare la lettura. Una mappatura che 
mobilitasse, nella sua costruzione, i soci del Club. I soci Touring, infatti, percorsero in lungo e in largo lo stivale, 
verificando sulle bozze ogni dato, sempre in sella alle loro biciclette.